Re Artù e il Santo Graal
Secondo le fonti il nome di Artù deriva dalla parola celtica artos, arth o art, che significa orso. L’orso era un animale sacro presso le tribù celtiche e Artos era un nome presumibilmente destinato a un Re o a un comandante supremo, con tutta probabilità un titolo onorifico come Brenno.
Inoltre, gran parte delle storie del ciclo arturiano contengon numerosi agganci alle tradizioni celtiche, a partire dal Graal.
È vero che i celti hanno inventato il graal?
Il Santo Graal è una preziosa coppa che secondo la tradizione contiene il sangue di Cristo e i cavalieri di Re Artùlo ricercano senza sosta perché in esso sono contenuti il nutrimento spirituale e la Verità.
Ha indubbiamente origini precristiane e si ricollega al simbolo celtico del calderone, il paiolo divino e inesauribile che offre il nutrimento più completo a tutti gli esseri viventi. Nei tempi antichi il calderone era posto al centro del villaggio e nutriva tutta la
tribù, e nella mitologia celtica si citano due talismani: il calderone dell’abbondanza di Dagda, il dio buono e la coppa di sovranità.
Nei racconti gallesi del Mabinogion (le prime storie in cui compare Re Artù) si nominano alcuni contenitori magici: coppa, corno, paniere, bottiglie, paiolo.

King Arthur, Charles Ernest Butler, 1903