È vero che i Celti erano mancini?
Non possiamo esserne certi, ma c’è un dato di fatto oggettivo segnalato dall’archeologia. È stato osservato che in molte sepolture di guerrieri celti, il sistema per allacciare la catena di sospensione del fodero della spada e il meccanismo di bloccaggio permettono di estrarre l’arma con la mano sinistra.
La demonizzazione della mano sinistra, poi, ha sicuramente un retroterra romano. I Romani ponevano uno schiavo davanti alla porta di casa per controllare che non si entrasse con il piede sinistro, e davano la mano destra come segno di fiducia perché con quella mano abbandonavano la spada. Probabilmente, la Chiesa Romana ha assorbito queste credenze negative e ha definito la sinistra come la mano del Diavolo. Poi, quanti autori antichi hanno sentenziato che i Celti erano insensati e irragionevoli?
Basti, a esempio, ciò che ha scritto Tacito.
Le supposizioni si possono estendere anche alla differente mentalità di Celti e Romani. La visione del mondo secondo i Latini era quadrata, pratica, logica e scientifica; possiamo supporre che derivasse dalla parte sinistra del cervello, quella più razionale che muove la mano destra. La visione del mondo secondo i Celti era fantasiosa e passionale, derivava dalla parte destra del cervello, l’emisfero irrazionale che muove la mano sinistra.
La scienza spiega che l’uso delle mani viene stabilito dalla predominanza di una parte del cervello sull’altra. Il cervello è diviso in due metà o emisferi che si “incrociano”; così, la metà sinistra del cervello controlla la parte destra del corpo e quella destra controlla la parte sinistra del corpo. La parte destra controlla anche le emozioni, la creatività, la consapevolezza dello spazio e l’immaginazione.
Oggi i mancini sono circa il 10% della popolazione mondiale.
